Paola Maestroni – Studio Associato RiPsi
Alessandra Scolaro – Studio Associato RiPsi

In Italia il gioco d’azzardo è un fenomeno in netta espansione dalle importanti ricadute in termini sia economici che sociali, nella fascia adulta e anziana della popolazione, ma anche tra i giovani.

L’accresciuto interesse verso di esso dipende sicuramente dal fatto che è disponibile sia fisicamente, in ambienti sociali come bar e tabaccherie, che virtualmente, sulle numerose piattaforme che proliferano sulla rete. Nondimeno, l’aumento della domanda di gioco risulta innescato da altrettanto importanti fattori personali, oltre che sociali.

Quali che siano i fattori scatenanti, il gioco eccessivo risulta avere gravi ripercussioni non solo nella vita del giocatore ma anche sul suo nucleo familiare, e non solo da un punto di vista economico. In molti casi, infatti, anche i familiari necessitano dell’aiuto di un professionista per affrontare efficacemente la situazione.
Tentiamo di comprendere il fenomeno rispondendo alle seguenti domande:

 

  1. Si sente spesso parlare di LUDOPATIA. Che cosa significa?

Letteralmente, il termine significa «malattia del gioco». Esso quindi descrive una condizione patologica contraddistinta da una relazione distorta col gioco in generale, non necessariamente d’azzardo. Il termine che meglio descrive il fenomeno è, tuttavia, AZZARDOPATIA, che corrisponde alla condizione di dipendenza patologica dalla componente dell’azzardodei giochi classificati come tali.

  1. Che caratteristiche deve avere un gioco per essere classificato d’azzardo?

In generale, si definisce ‘gioco d’azzardo’ un gioco in cui:

  • viene scommesso o puntato del denaro (o un altro oggetto di valore);
  • la scommessa o puntata è irreversibile: una volta fatta, non si torna indietro;
  • l’esito della partita è deciso prevalentemente o quasi esclusivamente dalla fortuna.

Nello specifico, in Italiai giochi d’azzardo si distinguono in Giochi da casinò, Apparecchi da intrattenimento (Slot machines e VLT), Giochi on line, Dadi, Lotterie, Bingo, Giochi di carte, Scommesse.

  1. Quanto spendono gli italiani nel gioco d’azzardo?

Secondo Avvenire.it (Gennaio 2019), «Nel 2018 la raccolta ha raggiunto 107,3 miliardi di euro, con un incremento del 5,6%rispetto al 2017, quando con 101,6 miliardi si era per la prima volta sforato la quota 100», «Il che equivale a qualcosa come quattro manovre finanziarie messe insieme». «Si tratta di una dipendenza patologica di massa che non ha eguali nel mondo occidentale», sostiene il Prof. Maurizio Fiasco, Sociologo, Presidente di Alea, Associazione per lo studio sul gioco d’azzardo.

  1. Dove si gioca maggiormente?

La geografia dell’azzardo parte da Prato: è nella provincia toscana che si registra la spesa pro capite più elevata (circa 672 €), calcolata al netto delle vincite e prendendo in esame la sola popolazione maggiorenne. A seguire, Sassari (516 €),Como (494 €) e Teramo (463 €).
Ma il fenomeno non riguarda solo l’Italia: secondo l’Economist (Febbraio 2017),l’Italia è al 4° posto nel mondo per soldi persi in giochi d’azzardo, dopo Stati Uniti,Cina e Giappone.

  1. Chi gioca d’azzardo?

Nel 2018, l’ISS, Istituto Superiore di Sanità, in accordo scientifico con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha pubblicato i risultati del «più grande studio mai realizzato prima in Italia» sul fenomeno del gioco d’azzardo. Lo studio ha messo in evidenza che in Italia 18 milioni di persone giocano d’azzardo; di essi:

  • 13 milioni sono giocatori cosiddetti ‘sociali’, ossia giocatori che giocano o occasionalmente o abitualmente (una volta alla settimana);
  • 2 milioni sono giocatori a ‘basso rischio’ di sviluppare una condotta di gioco problematica;
  • 1 milione e mezzo sono giocatori a ‘rischio moderato’ di sviluppare una condotta di gioco problematica;
  • 1 milione e mezzo di persone sono classificabili come giocatori problematici.
  1. Cosa distingue un giocatore socialeda un giocatore problematico?
  • Il giocatore sociale è spinto a giocare dal desiderio di svagarsi e dall’incentivo del guadagno facile: il gioco non interferisce con la sua vita quotidiana e rappresenta la ricerca momentanea di un’esperienza appagante all’interno della routine quotidiana. Per questo, riesce a limitare le perdite e a fermarsi quando sta vincendo.
  • Tuttavia, in alcuni casi il giocatore sociale arriva a sviluppare forme di disagio legate al gioco, trasformandosi in un giocatore problematico, per il quale il gioco riveste un ruolo di primo piano nella vita quotidiana, danneggiando la sfera personale, familiare e sociale.
  • Il passaggio alla patologia è segnato dalla perdita completa della propria condotta di gioco, tanto che il giocatore patologico dedica sempre più tempo al gioco e scommette quantità di denaro sempre crescenti, ma soprattutto non riesce, nonostante tenti ripetutamente, a smettere di giocare, e quando ci prova diventa irrequieto. Inoltre, racconta bugie per nascondere il proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo e finisce col mettere a repentaglio o perdere una relazione significativa, il lavoro, lo studio. Infine, si basa su altri per cercare denaro per alleviare le disperate situazioni finanziarie causate dal gioco d’azzardo.
  1. Quali sono i comportamenti del giocatore a cui prestare attenzione?
  •  Il tema del denaro inizia a divenire ‘scottante’: il giocatore ne evita il discorso, non risponde a domande dirette, si arrabbia facilmente quando sollecitato a discuterne, mente a riguardo.
  • I movimenti finanziari divengono sospetti: frequenti prelievi Bancomat, anticipi di contante con carta di credito, addebiti POS presso sale giochi o tabaccherie, prestiti senza motivazioni concrete, cessione del quinto.
  • L’umore diviene mutevole ed imprevedibile: il giocatore diventa irritabile, polemico e sulla difensiva ed appare più preoccupato o più sbadato del solito.Le normali abitudini di vita (sonno, alimentazione, intimità) tendono a cambiare, così come le relazioni: il giocatore diviene riservato rispetto ai suoi spostamenti, alle persone che frequenta, alle attività che svolge. E’ irreperibile e non risponde al cellulare per lunghi lassi di tempo e tende a trascurare le sue responsabilità e i suoi interessi.
  1. Esistono servizi in grado di aiutare il giocatore a curare la sua dipendenza?

Esistono tanti servizi in grado di aiutare il giocatore ad ottenere l’aiuto di cui necessita. Ciascuno di essi prevede di aiutare sia il giocatore che la sua famiglia: sono, infatti, diversi gli aspetti da trattare, dalla cura della dipendenza alla tutela del patrimonio, al sostegno ai familiari.

  1. E’ possibile giocare senza correre il rischio di sviluppare la dipendenza da gioco d’azzardo?

E’ possibile se si seguono alcune preziose indicazioni che garantiscono di proteggersi da un coinvolgimento eccessivo col gioco. Se proprio si vuole giocare, quindi, è opportuno porsi dei limiti di tempo e di denaro, usare il gioco come un passatempo e non come un mezzo per fare soldi, evitare di giocare quando si hanno debiti urgenti, quando non si è lucidi (ad es., dopo aver consumato alcool) o quando ci si sente arrabbiati, tristi, stressati.
E’ anche bene non chiedere denaro in prestito per giocare e cercare di coltivare altri interessi oltre al gioco.

References

Paolo Canova e Diego Rizzuto (2016), Fate il nostro gioco, Add Editore
Simone Feder e Anna Polgatti (2017), No slot. L’azzardo non è un gioco, Giunti editore
Mauro Croce e Francesca Rascazzo (2013), Gioco d’azzardo. Giovani e famiglie, Giunti editore

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