Katrin Di Lorenzo

La rete offre numerose opportunità e possibilità, ma contiene anche dei rischi tra cui il cyberbullismo. Esso può definirsi come l’uso delle nuove tecnologie per mettere in imbarazzo/disagio, molestare o intimidire altre persone; il cyberbullismo può verificarsi tramite la diffusione in rete di video, foto o post che ledono la privacy e l’integrità altrui.

Ad esempio, può capitare che un segreto confidato venga postato sui social, che una foto fatta senza permesso sia diffusa, che un video che riprende una situazione privata o imbarazzante finisca su YouTube. La gravità degli episodi di cyberbullismo, è legata al fatto che in pochissimo tempo le vittime possono vedere lesa la loro identità davanti ad un pubblico vastissimo. Spesso gli autori di questi gesti sono persone e coetanei che le vittime conoscono a scuola o nel gruppo dei pari e il confine tra lo scherzo e il comportamento offensivo non è sempre ben definito. Gli adulti non si accorgono immediatamente dell’atto di cyberbullismo agito. Per questo è importante essere attenti ad alcuni segnali e parlare in modo chiaro ed esplicito se si hanno dei sospetti in merito.

Ci possono essere dei campanelli di allarme per genitori e docenti: il ragazzo si chiude in se stesso, è nervoso/arrabbiato, le prestazioni scolastiche sono in calo, somatizza con mal di testa/pancia/disturbi del sonno, il clima in classe e la coesione nel gruppo peggiorano, si verificano inspiegabili cambiamenti di comportamento, sparizione di oggetti, assenze ingiustificate. Il modo migliore per aiutare i ragazzi è quello di dare loro degli strumenti per potersi difendere e la migliore difesa, in questo caso, è la tutela preventiva, cioè un adeguato uso dei propri dati personali e dei propri pensieri nella rete, ricordando sempre che la rete non è il mondo reale.

Questo aspetto può sembrare banale e inutile da spiegare, ma per i giovani cresciuti con e tra i social (anche per l’ampio uso che i genitori stessi ne fanno ogni giorno) non è così scontata. Per i ragazzi spesso la differenza da loro vissuta tra la vita online e la vita reale è minima e non adeguatamente considerata. È importante insegnare ai ragazzi a porsi una domanda rispetto al reale desiderio di voler condividere, e con chi, un pensiero o un’immagine nella vita reale: “Vorresti che questa foto fosse diffusa in tutta la scuola? Vorresti che questo pensiero fosse raccontato a tutti? Parleresti con un gruppo di 20 persone (pensando ai gruppi classe) di aspetti personali di te o confideresti a loro un tuo parere su professori o altro, essendo certo che non ne facciano un uso inadeguato?”.

Spesso la risposta sarebbe no, eppure molti giovani non pensano nulla mentre postano idee, foto profilo in modo poco tutelato, dimenticando che ogni aspetto condiviso online ha la potenzialità di essere visto di tutti. La velocità, l’immediatezza e l’intersecarsi continuo dei social con la nostra vita reale può far perdere di vista il confine tra pubblico e privato, tra riservatezza e condivisione. Nel momento in cui genitori o insegnanti vengono a conoscenza di atti di cyberbullismo, è necessario ascoltino con calma quanto i ragazzi raccontano sul fatto accaduto, l’autore delle vessazioni può essere bloccato e segnalato nei luoghi opportuni, il materiale può essere salvato e utilizzato, se necessario, in futuro come prova. Se il gesto è avvenuto a scuola è opportuno informare insegnanti e dirigente scolastico.

La vittima non va sgridata, ma aiutata e rassicurata, in un secondo momento gli si potrà spiegare quali sono (se ci sono state) sue mancanze di attenzione che hanno portato a quanto accaduto. Un fattore importante in queste situazioni è la pazienza, in quanto le vittime hanno bisogno di tempo per raccontare quanto accaduto, essendo per loro probabilmente una situazione molto dolorosa. Alcuni fattori preventivi sono importanti e vale la pena di segnalarli come strumenti utili: avere coi figli una comunicazione basata sulla fiducia, interessarsi a come utilizzano i social e le opzioni relative alla privacy che usano, non porsi come controllori, dare da adulti il buon esempio avendo noi stessi impostazioni di privacy tutelanti sui nostri profili.

Man mano che i ragazzi crescono desidereranno sempre meno mostrare ai genitori cosa condividono sui propri profili, questo va accettato assieme alla continua disponibilità nel caso avessero bisogno di aiuto; è importante parlare di cyberbullismo anche se non vi sono stati accadimenti nella cerchia di conoscenza, in modo da aumentare nei ragazzi consapevolezza e attenzione. Il cyberbullismo è un tema molto importante e sentito dai giovani stessi, il grande successo di importanti serie televisive (come “Tredici”) e nuovi film (come “Tuo Simhjljon”) ne sono una prova. Ciò che è importante tenere in considerazione è che i ragazzi vittime di cyberbullismo devono poter trovare intorno a loro una rete attenta e disposta ad aiutarli, sentirsi soli e inermi può avere gravi conseguenze. Chi è vittima può subire gravi conseguenze psicologiche da questi atti come perdita di fiducia in se stesso, stati di ansia e di depressione. Appare quindi utile far parlare il soggetto con un esperto che lo aiuti a elaborare i vissuti negativi e dolorosi che lo hanno colpito.

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